Spazio Meta
Dic 17, 2021

Un mix di empatia, motivazione, autocontrollo, logica, capacità di adattamento e gestione delle proprie emozioni: questa è l’intelligenza emotiva e non dipende in alcun modo dal genere o dai pregressi storici di un individuo. 

Cos’è l’intelligenza emotiva?

Definita per la prima volta da Salovey e Mayer nel 1990 come la capacità di monitorare le proprie emozioni e quelle altrui, di differenziarle e di usarle per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni, è stata poi ripresa da Daniel Goleman 5 anni dopo e resa famosa. Lo psicologo americano infatti ha coniato la definizione con la quale ancora oggi ci si riferisce all’intelligenza emotiva, ossia “la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”.

L’intelligenza emotiva secondo Goleman

Capacità come la consapevolezza e padronanza di sé, ma anche la motivazione, l’empatia e l’abilità nelle gestione delle relazioni sociali sono alla base dell’intelligenza emotiva per Goleman, che in sostanza promuove un equilibrio armonico tra mente e cuore. D’altronde, solitamente le emozioni sono alla base di quasi tutte le decisioni più importanti che si prendono nell’arco di una vita. Per Goleman anche scelte e atteggiamenti dello sviluppo professionale dovrebbero essere dettati dall’intelligenza emotiva, che si divide in 4 dominii:

  • Self Awareness (Consapevolezza di se stessi, ossia la base dell’intelligenza emotiva)
  • Self Management (Autocontrollo, ma anche ottimismo, adattabilità e capacità di definire e raggiungere obiettivi)
  • Social Awareness (Coscienza sociale che include empatia e consapevolezza organizzativa)
  • Relationship Management (Gestione delle relazioni e quindi capacità di ispirare e influenzare gli altri, aiutarli, gestire i conflitti e lavorare in team)

Perché coltivare l’intelligenza emotiva?

Sfera privata e professionale sono ugualmente coinvolte dall’intelligenza emotiva che fa la differenza tra un buon leader e uno mediocre, tra un buon partner e uno non attento. La capacità di ascoltare se stessi e gli altri infatti, così come quella di creare relazioni positive e disinnescare i conflitti, è vincente nella gestione di tutti i rapporti. 

Come sviluppare l’intelligenza emotiva: 5 esercizi

  • ascoltare il proprio corpo – ogni emozione si ripercuote sul corpo (aumento del battito cardiaco, del ritmo di respirazione, nascita delle cosiddette farfalle allo stomaco, giramenti di testa), dunque osservare come reagisce il proprio corpo a un’emozione serve a imparare a riconoscere le stesse e a lavorare su queste
  • arginare le emozioni negative – imparare a indirizzare in modo utile il flusso emotivo, anche quando questo è negativo. Con la respirazione ad esempio oppure concentrandosi visivamente su immagini positive. 
  • riconoscere i propri punti sensibili – o bottoni caldi che danno il via allo scatto di emozioni. Sapendo cosa ti fa scattare, puoi imparare anche a controllare le tue reazioni e cambiare gli eventi.
  • mettersi nei panni degli altri – immedesimarsi negli altri ha un ruolo fondamentale sia nel privato che nel professionale
  • utilizzare il pensiero del successo – cioè il pensiero costruttivo che cerca come ottenere il meglio in tutte le situazioni e in tutte le aree della tua vita.