
Prima di iniziare ad approfondire la rabbia nei bambini e come imparare a gestirla è importante evidenziare quanto sia un’emozione base e quindi con una funzione essenziale: è un’espressione infatti del proprio io e delle proprie volontà, oltre ad essere una reazione più che naturale ad altre emozioni come tristezza o dolore, frustrazione o delusione. Come saranno i genitori o gli adulti preposti a dover imparare a gestire la rabbia del bambino, è decisivo far sì che lui stesso impari a riconoscerla e a gestirla al meglio delle sue potenzialità (legate all’età evolutiva che sta attraversando). E’ importante ricordare che loro stessi sono spaventati da quest’emozione perché legata a un malessere spesso forte e incontrollabile: avere modelli positivi è sicuramente d’aiuto visto che i bambini imparano per imitazione.
Perché i bambini si arrabbiano?
Come tutte le tappe evolutive, anche quella che vede episodi di dimostrazione di rabbia è importante e propedeutica alla crescita. Il pediatra e psicoanalista britannico Donald Winnicott sosteneva che “crescere è di per sé un atto aggressivo” e se si pone questa affermazione in relazione all’origine etimologica della parola aggressione (dal latino adgredior che letteralmente significa “avvicinarsi”) ecco che si dimostra come per i bambini, l’aggressività non sia altro che una modalità comunicativa e di crescita e dunque da valutare in base all’età. Nel primo anno di vita, è una modalità che si attua nel reagire alle frustrazioni ma anche un modo per tracciare dei confini ed esplorare i limiti. Allo scoccare dei due anni, normalmente il bambino impara l’uso del “no”, tappa decisiva per distinguere se stesso dagli altri e affermare la propria volontà.
Le manifestazioni tipiche di rabbia nei bambini
Durante una crisi di rabbia un bambino può compiere diversi gesti fisici che lo aiutano a sfogare e liberare questa emozione così potente. Grida e urla, pianti, ma anche sugli e calci, o battere i piedi e rotolare sul pavimento sono alcuni dei segnali di una crisi di rabbia.
5 modi per gestire la rabbia nei bambini
- spiegare la rabbia
I bambini, come accennato sopra, non sono in grado di identificare e riconoscere le loro emozioni, è compito quindi della figura educativa presente aiutarli a comprendere cosa sta succedendo. - descrivere la rabbia
Solo quando ha capito, allora si può passare alla descrizione dell’emozione che sta provando. Questo serve per le volte successive e per non spaventarsi soprattutto della reazione fisica che la rabbia comporta. - normalizzare la rabbia
Nello scoprire che tutti, anche gli stessi genitori ad esempio, provano lo stesso sentimento il bambino non avvertirà più la sua emozione come sbagliata. - accogliere la rabbia
Sapere quindi di cosa si tratta e che è giusto essere arrabbiati in alcuni momenti lo aiuterà ad accettare un’emozione così forte. Diventa decisivo però spiegare quando e quanto possano essere invece errati alcuni atteggiamenti o le sue reazioni se esagerate. - incanalare la rabbia
La necessità di sfogare quest’emozione con atti fisici però permane ma è possibile convogliare tutta la frustrazione e aggressività verso azioni non violente: una corsa, un disegno per scaricare la tensione, saltare, avere un cuscino della rabbia verso cui scaricarsi
Nel caso però le difficoltà rimanessero è importante rivolgersi a uno psicologo per una consulenza e un’analisi più personale e mirata della situazione.
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