Spazio Meta
Mag 28, 2021

Vivere il senso di colpa, che sia giustificato o meno, è capitato a tutti. E’ un sentimento spiacevole che nasce dalla convinzione di aver fatto un torto a qualcuno o aver gestito male una situazione. Sorge più facilmente negli individui che hanno uno spiccato altruismo e una grande capacità di empatia, ma anche a chi teme un’eventuale punizione. Secondo lo psicologo americano Carroll Izard è una delle emozioni complesse perché avviene più tardi rispetto alle emozioni di base e ha il ruolo fondamentale di inibire atti considerati immorali. Per questo, il senso di colpa affrontato da un punto di vista psicologico può essere elaborato in modo costruttivo, a favore della società, fino ad essere trasformato in generosità. Ogni individuo è naturalmente portato a identificarsi con gli altri, a percepirne le emozioni, a riconoscerle e a maturare di conseguenza. E’ così che l’identità sistemica (rivolta verso gli interessi dei propri simili) si forma in parallelo a quella individuale (rivolta ai propri interessi personali). Quando ci si accorge dell’eventualità di un’azione diversa rispetto a quella compiuta, o che si sarebbe potuto agire in modo più corretto, altruistico, o socialmente più accettabile, ecco che scatta il senso di colpa che porta, in casi positivi, a riflessioni e a un miglioramento del proprio comportamento, in casi negativi ad autolesionismo e autodistruzione. Per questo è importante trattarlo insieme a uno psicologo professionista. 

Tipologie di senso di colpa

La psicologia riconosce due sensi di colpa: conscio e inconscio. Vediamo che differenze hanno. 

  • conscio

si struttura nel corso delletà evolutiva, inizialmente in maniera passiva ad esempio ubbidendo alle regole dei genitori o delle maestre perché non si vuole perdere il loro affetto. Crescendo e cominciando a distinguere meglio emozioni e sentimenti, l’individuo riconosce il male potenzialmente applicato agli altri o a sé stesso (senso di responsabilità). 

  • inconscio

in questo caso invece entrano in scena motivazioni irrazionali che spesso vanno a colpire la propria autostima e la sicurezza in sé stessi. Se si considera che ogni senso di colpa è il risultato della somma di regole sociali che vengono imposte all’individuo e che, se queste sono troppo rigide diventano bloccanti portando a un senso di colpa patologico, ecco che il senso di colpa inconscio non permette di elaborare una situazione e mettersi in discussione. 

Consigli per gestire i sensi di colpa

Dunque, il senso di colpa può avere unimportante funzione evolutiva e sociale, ma come si gestisce? Prima di tutto occorre compiere una corretta valutazione: è stato davvero commesso un errore? Un modo potrebbe essere immaginare che al vostro posto ci sia un amico e non voi. Questo distacco aiuta a vedere la situazione da un nuovo punto di vista e comprendere se effettivamente è stato commesso un errore. Spesso, ragionando su esperienze altrui, è più semplice trovare una risposta ragionevole. 

Secondo passaggio: la colpa è solo vostra? Misurare il calibro della propria responsabilità in una data situazione permette di riconoscere il proprio errore ma allo stesso tempo prendere coscienza che semplicemente nessuno è perfetto. 

Terzo passaggio: riconoscetevi come umani, non come super eroi. Capire i propri limiti e come migliorarsi è l’unico modo per crescere, anche se l’età evolutiva è finita. 

Infine, l’aiuto professionale di uno psicoterapeuta può aiutarvi ad elaborare correttamente la situazione che state vivendo e costruire nuovi schemi per far sì che i vostri pensieri siano propositivi e funzionali per il vostro benessere invece che autodistruttivi e coercitivi.